Il sequestro Luca Locci. Una storia vera

21 Ottobre 2022

IL SEQUESTRO LUCA LOCCI. UNA STORIA VERA. CONVEGNO DEL 21.10.2022

Presso l'Aula Magna della Corte d'Appello di Cagliari, la Associazione Unione degli Avvocati della Sardegna ha promosso un dibattito sul sequestro di Luca Locci avvenuto nel 1978 e raccontato nel libro Il sequestro di un bambino. Una storia vera (La Zattera edizioni). A condurre i lavori l’avvocato Andrea Loi, il quale, nel contesto della sua relazione introduttiva, ha evidenziato come con il rapimento dei piccoli Luca Locci e Mauro Carassale fosse stato infranto il Codice Barbaricino che vietava e vieta il rapimento dei bambini. Non era, pertanto, più possibile fare affidamento su quelle garanzie di incolumità che il "Codice Barbaricino" offriva alle persone  più deboli. I banditi non si facevano più scrupoli dinanzi al denaro. Erano divenuti glaciali e privi di pietà anche nei confronti delle donne e dei bambini Si trattava della c.d. "seconda generazione" dell' Anonima sarda, che mescolava una scientifica spietatezza a usanze tribali come l'orecchio mozzato del povero Farouk Kassam, retaggio dell' abigeato.

Il Dott. Giacomo Mameli ha evidenziato come il fenomeno dei sequestri di persona in Sardegna avesse guadagnato notorietà nei media italiani negli anni sessanta, quando la frequenza dei rapimenti si impennò e si estese anche alla penisola, specialmente in regioni dove erano presenti comunità di immigrati sardi praticanti attività agro-pastorali. La piaga dei sequestri divenne un "marchio di infamia" per la Sardegna ed i suoi abitanti L'Avvocato Priamo Siotto nel ricordare i sequestri in Sardegna negli anni 60, 70 e 80, ha sostenuto che le cause non sempre erano dovute a situazioni di disagio economico ma al desiderio di facili guadagni. Ha inoltre affermato trattarsi di un fenomeno socialmente tollerato, che ha compromesso lo sviluppo culturale ed economico delle zone interne della Sardegna. Di grande pathos la testimonianza di Luca Locci nel confronto con l'avv. Michela Sorgia. Numerose le domande che hanno messo a nudo emozioni e sentimenti di un bambino oggi uomo. Luca non si sottrae a nessuna risposta: «Non un libro, ma un racconto – ha precisato –. Parlo del sequestro dal punto di vista di figlio e scrivo per chiudere un cerchio. Togliere la libertà ad un ragazzino di 7 anni è "inumana crudeltà". Ogni momento di quel sequestro è stato difficile per me. Mi hanno fatto bere acqua calda, battuto le canne del mitra sul fianco per indurmi a restituire una bottiglietta di succo di frutta che avevo nascosto per facilitare l’identificazione dei luoghi, ho dormito per terra mentre i topi intessevano danze sul mio corpicino. Non ho mai avuto la possibilità di potermi lavare neppure le mani. Credo non ci sia altro da aggiungere». Quando a sorpresa Luca ha estratto da una scatola i pantaloncini, la camiciola e le scarpette che ha indossato durante i 3 mesi di prigionia e che mai ha voluto lavare, una grande commozione ha invaso la platea. Ha chiuso i lavori il Dott. Giacomo Mameli: "L'epoca dei sequestri e' terminata, ma nessuno puo' e deve dimenticare una piaga che ha troppo a lungo martoriato la nostra regione".